Recensione del concerto di Diana Krall all’Arena Flegrea di Napoli

Eseguito un testo del cantautore Marco Francini

Una delle più belle notizie dell’estate napoletana 2016 è il ritorno della grande musica all’Arena Flegrea. Ristrutturata dal gruppo guidato dall’imprenditore Francesco Floro Flores, l’Arena torna ad ospitare grandi nomi della musica italiana ed internazionale, con un ricco cartellone che spazia tra generi diversi e che non dimentica i giovani talenti campani, chiamati ad aprire i concerti delle diverse serate.

Ad una giovane e talentuosa voce napoletana, Emilia Zamuner, classe 1993, è affidato il compito di aprire il concerto di Diana Krall, accompagnata da due eccellenti chitarristi: Pietro Condorelli e Sebastiano Esposito e il pubblico è subito ammaliato dalla Zamuner, che con Duke Ellington’s Sound of Love di Charles Mingus dimostra subito le sue pregevoli doti vocali e la tecnica sicura. Dopo But not for me di George Gershwin (notevole l’assolo di chitarra di Pietro Condorelli) e Infant Eyes di Wayne Shorter, con testo adattato dal compositore napoletano Marco Francini, la Zamuner si esibisce in una trascinante versione di A me me piace ‘o blues di Pino Daniele, conquistando definitivamente il pubblico dell’Arena Flegrea, che applaude con convinzione il trio d’apertura. 

Fascino, garbo, talento ed eleganza sono le prime parole che vengono in mente quando si pensa a Diana Krall. Bellissima, con un lungo abito nero e tacchi vertiginosi, sale sul palco con i suoi tre compagni d’avventura: Anthony Wilson alla chitarra, Karriem Riggins alla batteria e Robert Hurst al basso. Siede al pianoforte ed è subito magia jazz con I just found out about love. Leggi tutto

 
 
 
 
 

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